America Bound: 4 mesi in college in Vermont
Non so perchè ma sono mesi che non faccio altro che ripensare a quei 4 mesi passati in college in Vermont, in America. Sicuramente è l’immobilità di questo periodo e il più tempo per pensare.
E così adesso mi ritrovi qui a parlartene.
Non l’avevo mai fatto. Eppure devi sapere che considero ancora quei 4 mesi come i più belli della mia vita.
Nulla, li ha ancora battuti. Almeno per me.
Dobbiamo però fare un passo indietro. 🤔 Cosa ci facevo lì?
La partenza: ultimo anno di Università
Devi sapere che ho tentato 2 bandi al secondo anno di università di comunicazione. Uno per un progetto europeo, un classico Erasmus e l’altro oltreoceano.
Per farla breve, li ho vinti tutti e due. 🔥
Poi per qualche ragione assurda (leggi: credenza limitante) ho pensato che non fosse corretto farli entrambi e che mi avrebbe ritardato troppo l’entrata nel mondo del lavoro… ne ho scelto solo uno. 🙈
E sai già quale.
Ho deciso di passare l’ultimo semestre di università in America. Un sogno. è sempre stato un sogno.
Ovviamente non ci ho pensato due volte. Andare al college è sempre stato un mio sogno. ✨ L’ivy league, le confraternite, le feste, i balli, tutto quel mondo così lontano da quello italiano. Se hai visto come me milioni di film e telefilm su questa vita, allora sai di cosa parlo. E se stai leggendo, probabilmente è proprio così.
Così con 2 mega valigie – mega perchè più grandi di me – sono partita. ✈️ Il mio primo vero viaggio da sola è stato in the USA. Trasportare quelle valige per tutto il JFK me lo ricordo come un incubo ma ero troppo eccitata per fermarmi o pensare alla fatica.
In più ricordo l’hostess che mi chiedeva perchè stessi andando in Vermont (“è un brutto posto quello, non ci andare”, non aiutava) e invece si è rivelata un’esperienza incredibile.
Sono incredibilmente grata a tutte le persone che ho incontrato, alla mia famiglia per non avermi trattenuto e per quello che porto nel cuore.
4 mesi nel freddo Vermont
Eh si, perchè se anche tu sei come me, non sai che in inverno in Vermont c’è un freddo cane. -17° era la norma, ma il freddo non me lo ricordo nemmeno.
Mi ricordo quanto insegnanti, tutor e compagni di aiutavano. Io ero allo stesso livello di un Freshman, ovvero uno del primo anno perchè nuova e appena arrivata (in un college americano come nelle high school ci sono 4 anni da frequentare, così chiamati: Freshman – Sophomore – Junior – Senior).
Guarda altre immagini del college di Middlebury e del freddo cliccando qui sotto
Infatti mi ritrovata insieme a tutti questi ragazzi americani a fare l’orientamento: c’erano gli exchange student (chi cambia università) e poi noi stranieri (international student). Eravamo pochissimi a febbraio, perchè ci sono due periodi in cui arrivano nuovi studenti: di solito è inizio anno, durante il primo semestre a settembre/ottobre oppure a febbraio per il secondo semestre. Questi studenti vengono chiamati FEBs. Io facevo parte di loro.
Di italiana italiana c’ero solo io. 🇮🇹
E ringrazio per questo perchè così ho davvero imparato l’inglese. Poi c’era anche il club di italiano perchè lo insegnavano quindi mi sono ritrovata ad aiutare alcuni ragazzi a parlarlo ma erano bravi!!
Ma adesso voglio raccontarti tutte le cose belle e farti assaporare quell’atmosfera che solo un college di liberal arts può darti (un mio sogno è ricreare quella atmosfera nel progetto lavorativo che ho in corso su risingwild.it ).
Le 5 più belle esperienze in college in Vermont
1.I picnic improvvisati
Appena la temperatura si alzava, il mondo cambiava e si facevano barbecue all’aperto, feste in giardino e si improvvisavano picnic country. Si andava in mensa a prendere qualcosa da mangiare e ce lo si portava dove c’era il concerto. Ovviamente il fascino nel banjo e del country è rimasto dentro di me. Questo corto video è quello che mi è rimasto 👉🏼 (ahimè non ero ancora fotografa).
2.Lo shopping a Burlington
E prima che tu mi prenda per una fashion blogger disperata fammi scrivere. Mi ricordo con tanta nostalgia positiva l’ora passata in corriera per arrivare nella città di Burlington. Il paesino del college era talmente minuscolo che aveva solo un cafè. La città più vicina, la capitale del Vermont era Burlington, ad 1 ora di distanza.
Si passava per questi paesini dell’east england brutalmente americani. Poi lo shopping per la via centrale anche quella così tipicamente americana, mattoni rossi per terra, chiesa a punta e tutti i negozi a lato.
Ho testato il cibo, per niente male e il gelato (Ben & Jerry è originario lì) ma sopratutto un vero Urban Outfitters americano!! E poi American Eagle Jeans, altro negozio che mi è piaciuto da subito.
E poi si riprendeva il bus per tornare a Middlebury, il paesino del college, di solito era quando stava tramontando il sole, quindi l’atmosfera delle vallate e delle montagne dell’Adinrodack in lontananza rendeva tutto da cartolina.
“that’s wild!”
3.La Bucket List📝
L’ultima settimana per i Senior prima di laurearsi è una settimana super concentrata di eventi. C’era questa tradizione di mettere in maniera artistica sulle vetrate della caffetteria chi ti saresti voluto impezzare prima di andartene via. C’è chi aveva disegnato una pizza con sopra i nomi (uomini e donne), o chi lasciava dei bigliettini, insomma tutto davvero originale.
Ma noi l’abbiamo modificato creandoci una bucket list ovvero una lista delle cose che volevamo fare prima di separarci. 📝 Alla fine noi international students eravamo come dei Senior.
Quindi abbiamo fatto questa lista, tra cui mi ricordo che c’era:
- arrampicarsi su un albero ✅
- andare all’osservatorio per vedere le stelle
- stendersi per terra in mezzo alla strada stile The Notebook ✅
- e tantissime altre cose
Questo metodo è stato fantastico perchè ha reso l’ansia e la tristezza delle ultime settimane in un tour de force di tantissimi momenti belli. Tra cui il prossimo.
4. Road Trip Notturna
Già, hai letto bene. Abbiamo fatto una roadtrip notturna in 5 per accompagnare due nostri amici all’aeroporto. Aube e Amir dovevano prendere l’aereo a Boston così siamo partiti alle 10 di sera. 🚗
A metà percorso ci siamo fermati a fare benzina in questa gas station spettrale, dove c’è chi dice di aver visto un fantasma nel riflesso della porta. Così siamo scappati via in fretta e furia. 👻
Un’avventura con la A maiuscola ma non è finita.
Siamo arrivati a Boston alle 3-4 di notte. Salutati e ci siamo ributtati in macchina per altre 5-6 ore di viaggio a tornare indietro. E…ci siamo persi! Abbiamo allungato la strada ma è stato bellissimo lo stesso vedere l’alba, delle specie di gnu e altri animali ai bordi della strada.
Arrivati in college ci siamo fiondati in mensa e ho fatto i waffle per tutti!
5. Sprink Break in NYC
Forse hai già visto qualcosa in questa guida dedicata ai luoghi fi Gossip Girl perchè la città è quel telefilm. Ovunque mi girassi vedevo scene del telefilm. Che meraviglia.
Ma in ogni caso farsi 8 ore di Megabus per arrivare nella Grande Mela è stato fenomenale. Non il classico Spring Break da film (ma quelli si fanno nella West Coast, qui erano tutti più serioso) ma in ogni caso che Spring Break.
Non ho mai camminato così tanto ma NYC è NYC. Ho tentato Colazione da Tiffany alle 5 del mattino ma non ci siamo svegliati così erano le 8 del mattino e troppo traffico ma la 5th Avenue è un mondo tutto a sè.
E poi la giornata sul ponte di Brooklyn nella corsia dei ciclisti che ci hanno insultato ad ogni metro per poi arrivare a DUMBO e a Brooklyn. Ero già in full modo hipster (era il 2013) quindi mi sentivo a casa.
Insomma di questa esperienza porto ancora tantissimi tratti fra cui lo yoga e il come scrivo papers. Ho imparato così tanto da così tante culture messe assieme (le persone che frequentavo al college non erano solo americani, ma peruviani, europei e di tutto e di più).
Alcuni di loro li sento ancora adesso, altri è come se non fosse mai passato un giorno e con altri ci siamo persi ma quei ricordi la, tutti assieme, non svaniranno mai.
Perché studiare all’estero è un’esperienza da fare!
Per chiunque può farlo, andare a studiare all’estero è la migliore esperienza possibile, ti apre la mente e ti fa uscire dalla comfort zone.
Ci sono università italiane eccellenti ma il metodo di studio e di insegnamento è indietro anni luce. Le lezioni frontali servono solo ad annoiare gli alunni, bisogna fare progetti, gruppi di lavoro, presentazioni, leggere 1 libro alla settimana più relative domande in gruppi, bisogna rendere vivo l’insegnamento.
Parlare e discuterne insieme, dove l’insegnante non è più insegnante ma alunno più grande e partecipe.
Il futuro: Rising Wild e la nostra rivoluzione personale
Solo così si cresce. Per cui questo è il metodo dei miei corsi futuri, di Rising Wild, si fa conservazione insieme e ci si confronta. Si mette tutto in discussione anche se fa paura.
La crescita personale è più efficace se fatta in gruppo.
Ed ecco che anche in questo post mi è scappata un po’ di morale. Sono un caso disperato ma non riesco più a stare zitta.
Mi manca l’America, non vedo l’ora di tornarla a visitare. Ci sono ancora tantissimi posti nella mia travel list e l’Alabama è al primo posto.
Fammi sapere nei commenti se anche tu hai avuto esperienze di studio all’estero e come ti sei trovato. E se ti porti dietro tanta crescita.
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